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Questo sarà il primo di una serie di articoli che hanno lo scopo di fare una disamina il più possibile chiara e comprensibile di uno degli aspetti più complessi e variegati del diritto, calato nella vita quotidiana, dominata dalle nuove tecnologie della comunicazione: il Diritto alla Privacy.
Il Diritto ALLLA Privacy, oggi diritto fondamentale, universalmente, o quasi, riconosciuto e regolamentato, e’ un diritto in realtà assai giovane. Infatti, fino alla fine del 1800 i diritti riconosciuti dagli ordinamenti giuridici erano sempre legati a beni materiali dell’uomo; in particolare l’ordinamento proteggeva l’individuo in ordine alle “aggressioni” fisiche e materiali contro beni altrettanto materiali dell’individuo (si pensi, ad esempio, al diritto di proprietà). Il riconoscimento e la tutela della cosiddetta sfera privata, affettiva o meno, dell’individuo ha richiesto un vero e proprio lungo processo, non solo giurdico, ma anche e prima di tutto sociale. Solo alla fine dell’800, negli Stati Uniti e’ stato riconosciuto il “DIRITTO AD ESSERE LASCIATI IN PACE”, ovverosia il diritto a che le altre persone si mantengano al di fuori della sfera privata di un individuo, così che non invadano la stessa, in qualsiasi luogo l’individuo si trovi e non necesariamente solo nella propria proprietà privata. Questo concetto è stato pian piano recepito anche nel vecchio continente.
Con il passare degli anni e l’evolversi della vita sociale, si è evoluto anche il concetto di privacy e il diritto alla stessa. Nella sua origine, la privacy, come detto, era considerata una strumento attraverso il quale ogni individuo proteggeva la propria riservatezza e difendeva se stesso dai comportamenti invadenti altrui. Ora, questa stessa definizione fa intendere che, proprio perché la privacy regolamenta il modo in cui ciascun individuo si relaziona con le altre persone nella sua vita nella società, il suo significato, nonché le sue implicazioni giuridiche e le sue conseguenze fattuali, variano e si evolvono in concomitanza con i cambiamenti sociali e, soprattutto, con i cambiamenti e la evoluzione degli strumenti di comunicazione, che divengono sempre più sofisticati e capaci di invadere e violare proprio la sfera privata che ciascun individuo vuole difendere e tenere tale. Con la suddetta evoluzione degli strumenti di comunicazione, che hanno reso assai facile la diffusione e la duplicazione delle informazioni relative anche alla sfera personale, si è reso necessario evolvere anche gli strumenti di protezione di tali informazioni, il cui abuso è divenuto lo strumento principe di una tale violazione. Infatti, ad oggi, il nodo gordiano dell’argomento in oggetto diviene la facilità con cui si possono raccogliere ed utilizzare illegittimamente le informazioni relative agli individui a loro totale insaputa. Il concetto di privacy si è, pertanto, allargato anche a questa situazione, estendendo il proprio significato, divenendo il DIRITTO AD ESERCITARE IL PROPRIO COROLLO SULLE INFORMAZIONI CHE CI RIGUARDANO. Pertanto, il diritto alla Privacy diventa diritto ad avere conoscenza del fatto che qualcuno stia raccogliendo informazioni su di noi e quale sia la finalità di tale raccolta, nonché diritto a poter decidere se dare il consenso a tale raccolta, nonché all’utilizzo delle informazioni per la specifica finalità dichiarata. Da questo deriva la attuale legislazione in materia.
Nel prossimo articolo parleremo, pertanto, della attuale legge sulla Privacy che, nel nostro ordinamento, si è concretizzata nell’attuale Decreto Legislativo 20/6/2003 n. 196.